Genere: drammatico Durata: 96 minuti
Produzione: Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri per Buena Onda
Produzione : ITALIA 2013
Distribuzione: BIM
Interpreti: Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero de Rienzo, Vinicio Marchioni, laia Forte
Trama: Con il nome fittizio di Miele, l rene si occupa di suicidi assistiti all’oscuro dei pochi che frequenta e
di una società per cui la sua attività è un reato. Chiamata al capezzale di persone a un passo dalla morte, in
cambio di denaro, somministra Lamputal, un farmaco letale a uso veterinario che in dosi massicce assicura
l’effetto anche sull’uomo. Un giorno, a chiedere l’intervento di !rene è l’ingegner Grimaldi, un intellettuale
sulla settantina al quale consegna il barbiturico dando per scontata la criticità della sua situazione. Quando
scoprirà che è in piena salute, si affretterà a tornare sui propri passi.
MyMovies > Liberamente tratto da “A nome tuo” di Mauro Covacich, l’esordio nel lungometraggio di
Valeria Golino appartiene a quella categoria di rare pellicole che sanno andare a fondo in problematiche
sociali volutamente rimosse attraverso il particolare di una storia privata. Opera severa, sofferta e spesso
respingente, soprattutto nella prima parte, fornisce il ritratto di una trentenne che trova sacrosanto aiutare
i malati terminali ad abbreviare un’agonia ormai opposta al concetto stesso di vita: che sia per motivi
personali (la morte della madre malata) o per un’indipendente convinzione intima, entra per poco nella
loro esistenza, li aiuta a morire per poi tornare a una routine di fugaci rapporti sessuali e allenamenti fisici.
Contrapposta all’inerzia dei corpi dei malati è l’iperattività di una donna che vuole a tutti i costi sentire se
stessa; attraverso pratiche sportive condotte fino allo sfinimento e musica sparata nelle orecchie, !rene
cerca di togliersi la morte di dosso, assaporando per poco una vitalità che forse crede di non meritare. È
l’incontro con Grimaldi, in questo senso, a mettere in crisi il suo fragile sistema interiore, perché in grado di
spostare su un piano completamente diverso quella “responsabilità” che ha sempre sentito di avere nei
confronti degli altri. Mediante scontri, awicinamenti, differenze inconciliabili e inseguimenti emotivi,
affiora tra la giovane donna e l’anziano ingegnere un rapporto di credibile e soffocata intesa che non
rappresenta uno specchiarsi a vicenda quanto l’inizio di un nuovo cammino solo per lei. Servito da
immagini secche eppure personali, Miele non fa mai vedere la morte – benché ne sia concettualmente
intriso – mostrando un ammirevole pudore verso una tematica-tabù qual è quella dell’eutanasia. Sempre
trattenuto, se si eccettua un finale forse troppo poetico, questo film duro e necessario può inoltre contare
sull’ottima interpretazione di Jasmine Trinca, capace di darsi senza pudori all’innamorata macchina da
presa di una regista che non ha dimenticato di essere anche un’attrice .
La Repubblica> ( … )Per tutto il film questa domanda è sulle spalle di Jasmine Trinca, che per la prima
volta ci convince dawero, senza se e senza ma ( … ) Oggi, che molto è cambiato e la morte è diventato un
tabù sociale, sempre più nascosto e dimenticato nella vita vera, forse certe «verità» si possono rimettere in
discussione. Valeria Golino ha avuto il coraggio di farlo, costringendo lo spettatore ad aprire gli occhi come
fa in un drammatico piano fisso !rene/Miele. Non è l’ultima scena (che in qualche modo ci aiuta a pensare
che anche quel gesto estremo può avere un senso) ma è quella che ci resta in mente più a lungo. È quella
che ci portiamo dietro quando usciamo dal cinema e su cui non potremo smettere di interrogarci.
Il Corriere della Sera > Il film con cui Valeria Golino esordisce alla regia, Miele, racconta la
storia di una trentenne che favorisce la morte di persone inguaribili. Un film sull’eutanasia. Eppure anche
questa cruda essenzialità rischia di portare fuori strada: se fosse dawero un film sull’eutanasia, potremmo
aspettarci una qualche presa di posizione pro o contro, un film-dibattito che magari prende spunto dalla
cronaca, coinvolga vari livelli di responsabilità (la legge, la morale, la salute), chiami in causa lo Stato, la
Chiesa, la Medicina … Invece il tema del film è molto più semplice e insieme molto più complicato,
disturbante. Miele pone allo spettatore una domanda a cui forse non è preparato a rispondere, semplice e
diretta nella sua crudezza: come si guarda in faccia la morte.